“Michele - Hollywood è una altra cosa”: lo scanzonato docudrama parmigiano del regista Filippo Cavalca

Di Arianna Belloli

Fra sacro e profano, dalle periferie ai palazzi nobili del centro, un uomo di mezza età, dopo aver perso il lavoro e l’autostima, ripercorre la sua vita come proiettata su un grande schermo.

Si chiama Michele Bravi e no, non è il cantante di Sanremo. È il protagonista dell’ultimo film del regista parmigiano Filippo Cavalca.  

È infatti attualmente in post-produzione il lungometraggio Michele – Hollywood è un’altra cosa. Il trailer è uscito ufficialmente il 18 febbraio sul sito della casa di produzione Feel For Films.  

"Non so se sono buono o cattivo, quello che so è che in quasi mezzo secolo di vita nessuno ha fatto e farà mai più cazzate di me", si legge nelle anteprime della pagina Instagram Michele the Movie.

Michele è infatti un personaggio stravagante, che nel docufilm rivivrà sé stesso, la sua vita e le sue folli esperienze.  

Il film - girato interamente tra Parma e provincia - è il secondo lungometraggio diretto da Filippo Feel Cavalca, parmigiano classe ’83. 

Cavalca è stato nominato "artista dalle straordinarie abilità nel campo dell’arte e della music" dallo Iatse e dal Directors Guild of America, dal 2004 è premiato regista di film, video musicali, programmi televisivi e documentari.

Nel 2016 ha fondato la sua casa di produzione con sede a New York, chiamata Feel For Films. Nel 2020 con il film Essere Leonardo Da Vinci - Un'intervista impossibile è stato eletto Best Indie Filmmaker al festival NYC Indie Film Award.  

L’idea del secondo film nasce proprio dall’incontro tra il regista e il protagonista ed è stato realizzato grazie al sostegno dell’imprenditore Pietro Pizzarotti, Metalparma e di Vincenzo Zanichelli.

"Ho conosciuto Michele due anni fa, nel 2020, a Parma, durante il primo post lockdown - racconta Cavalca -. L’ho notato perché veniva ripetutamente cacciato da tutti i locali che frequentavo per i suoi comportamenti oltraggiosi. Aveva dei modi curiosi, espressioni verbali e non verbali mai viste. L’ho seguito con una videocamera per tre mesi, volendone fare dapprima un documentario puro, prima di decidere di sceneggiarlo come un film narrativo. Il suo mondo ruota intorno a tre interessi principali: le donne, l’alcool e il Torino calcio. Ma Michele in realtà nasconde una profondità e un’intelligenza non comune. È emblematico di una certa generazione che negli anni ’90 ha pensato di vivere una stagione dell’oro che non si sarebbe mai chiusa, trovandosi poi inevitabilmente smarrito. Un personaggio costantemente in bilico tra realtà e irrealtà in un’opera che vuole incrociare il cinéma vérité francese, il documentario di osservazione e alcune iperboli visionarie di Fellini, Lynch e Wes Anderson".  

"Quando gli ho chiesto di fare un film su di lui, ha trovato l’idea una cosa ovvia. Perché no? – racconta il regista –. E durante le riprese si è dimostrato capace di fare cose che molti professionisti non riescono a fare al primo ciak. Un’espressività fuori dal comune, come spero si intuisca già nel trailer".

Ma non è solo Michele a rappresentare sé stesso in quest’opera. "Buona parte del cast è composto da persone che vengono dalla strada che riportano chi sono sullo schermo. Le loro vite si incrociano veramente e senza meccanismi di finzione. Ci sono poi personaggi femminili che incontra nella sua immaginazione, un angelo, un demone e un medico, tre cliché presi a piene mani del suo contorto immaginario in tema di donne", aggiunge Cavalca.  

Una delle ambientazioni del film è in borgo delle Colonne, pittoresca strada del centro, "dove tutto è iniziato. Dove a vent’anni ho iniziato a fare cinema girando il mio primo corto, Falstaff".  

Autore della colonna sonora originale è "Pietro Vescovi, uno dei più brillanti organisti italiani – sottolinea Cavalca – che condivide col protagonista anche una grande passione per il tennis tavolo, capitolo importante nel film".

Nel docufilm si parlerà infatti anche di questo. Michele, giocatore trentennale, ha partecipato a tornei di vario livello, "si è saputo far riconoscere anche in quel contesto. Lo conoscono tutti, persino il numero uno d’Italia che è suo grande amico e appare nel film – racconta Cavalca – per via dei suoi outfit improbabili, misto tra Heather Parisi e Andre Agassi, e per le sue stravaganze durante il gioco, fatti di atteggiamenti antisportivi ed eccentrici":

Filippo Cavalca ha in cantiere un altro lavoro importante. Si tratta del film Pans Pandas, in collaborazione con il Comitato italiano genitori Pans/Pandas Bge. La pellicola vedrà la partecipazione di eminenti figure del cinema italiano e sarà realizzato in co-produzione tra Italia e Stati Uniti.

Parla di una malattia scoperta alla fine degli anni ’90 e scarsamente riconosciuta in Italia, che provoca l’inferno nella mente di bambini nati sani e tantissime difficoltà nelle famiglie che devono combattere contro una malattia con terapie difficili da reperire.

Vai all’articolo originale